Il Festival Internazionale dell'Economia
La città di Torino ospiterà, dal 1 al 4 giugno 2023, la seconda edizione del Festival Internazionale dell’Economia.
Ricerca scientifica, divulgazione informale ma rigorosa, pluralismo delle idee, autonomia da condizionamenti politici ed economici: questi gli ingredienti del Festival Internazionale dell’Economia, diretto da Tito Boeri, progettato e ideato dagli Editori Laterza e organizzato con il Torino Local Committee (TOLC).
Il Festival prende il via a Torino da un’iniziativa pubblica che ha visto protagonista il TOLC, che riunisce Regione Piemonte, Comune di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Camera di commercio, industria e artigianato e agricoltura di Torino, Unioncamere Piemonte, Unione Industriali Torino, Legacoop, coordinati dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto.
Per l'edizione 2023 del Festival Internazionale dell’Economia, gli organizzatori raccolgono e valutano eventuali proposte di eventi su temi con forte attinenza a quelli del Festival per costruire un calendario di "tappe di avvicinamento" o momenti di ulteriore approfondimento prima e durante la manifestazione.
Gli interessati possono inviare la loro proposta a: segreteria.tolc@carloalberto.org.
RIPENSARE LA GLOBALIZZAZIONE: IL TEMA DELL’EDIZIONE 2023
Nazionalismo economico, pandemia e guerra non hanno fermato la globalizzazione, intesa come commercio mondiale e interscambio nell’ambito delle cosiddette catene globali del valore. L’hanno di certo rallentata, ma l’impressione è quella di essere di fronte a un fenomeno inarrestabile sospinto dal progresso tecnologico. Oggi, però, più di ieri scontiamo gli effetti di quella globalizzazione impetuosa che ha rivoluzionato il pianeta alla fine del secolo scorso e agli inizi del nuovo millennio. “Quella globalizzazione – riflette Tito Boeri, direttore scientifico del Festival – ha lasciato in eredità in molti paesi tensioni distributive che spesso sono sfociate nell’affermazione su vasta scala di movimenti populisti. E le stesse attuali tensioni geopolitiche possono essere lette anche come una delle conseguenze di una globalizzazione troppo veloce che ha rafforzato in alcuni paesi autocrazie antidemocratiche.”
L’economia, la politica, le scienze sociali devono, dunque, cambiare approccio. Devono ripensare la globalizzazione, come recita il tema scelto per l’edizione 2023 del Festival Internazionale dell’Economia. “Occorre – sottolinea sempre Boeri – graduarne i tempi, ridurne la velocità indotta dal progresso tecnologico, rafforzare le istituzioni multilaterali, riformare i nostri sistemi di protezione sociale, sviluppare nuovi modelli di business che, invece di puntare sulla disintegrazione dei processi produttivi, rafforzino l’integrazione verticale.”
C’è molta ricerca su questi temi. Per questo Torino dal 1 al 4 giugno 2023 diventerà la capitale mondiale nel ripensare la globalizzazione. Quattro giorni ricchi di idee, progetti, studi, testimonianze. Con una ambizione, la stessa di sempre: confrontarsi per trovare nuove strade, puntando sulla competenza, la passione e l’efficacia comunicativa
MERITO, DIVERSITÀ, GIUSTIZIA SOCIALE: IL TEMA DELLA PRIMA EDIZIONE
La crisi del Covid ci ha restituito un mondo più diseguale e soprattutto diversamente diseguale. Nuovi tipi di diseguaglianze si sono sovrapposti a quelle già esistenti, generando marcati divari di reddito all’interno anche di imprese e di comunità relativamente limitate. Ai divari di reddito si sono aggiunti – spesso sovrapposti – i divari nello stato di salute e nelle condizioni abitative, disuguaglianze che hanno spesso ben poco a che vedere col merito individuale, che sono legate a diverse condizioni di partenza oppure al caso.
In che misura, l’uscita della pandemia può riassorbire queste diseguaglianze o, quantomeno, allinearle maggiormente al merito individuale anziché al caso? E può il riconoscimento che dietro alle diseguaglianze ci siano anche livelli di impegno diversi, performance individuali differenti, ridurre il senso di ingiustizia che molti perdenti nutrono nei confronti di società così diseguali?
Un problema centrale è come misurare il merito. Molte decisioni prese quotidianamente e destinate a generare grandi e persistenti disuguaglianze di reddito si basano su processi di selezione che vorrebbero premiare il merito. Ma quanto dei risultati che riusciamo effettivamente a misurare è legato all’impegno profuso dagli individui e quanto invece a capacità innate, a condizioni favorevoli in partenza e al caso? Non si rischia, premiando il merito, di escludere a priori una fetta importante delle nostre società, non offrendo speranza alcuna a chi non ha avuto in partenza queste doti e opportunità? Non c’è il pericolo di ampliare le diseguaglianze e ostruire la mobilità sociale, anziché livellare le opportunità, cercare di offrire il più possibile un’uguaglianza delle opportunità?
“Una gemma per il pubblico internazionale di cui nessun ricercatore al mondo può declinare l’invito e un’occasione preziosa per gli stessi economisti di avere in pochi giorni una rappresentazione di sintesi delle ricerche più rilevanti, apprese attraverso la viva voce dei colleghi. Mentre per il pubblico generale il Festival è un’occasione straordinaria per connettere le teorie economiche alla vita di ogni giorno.”
Michael Spence, Premio Nobel per l’Economia nel 2001
Per informazioni scrivere a: comunicazione.tolc@carloalberto.org